Detesta gli sprechi ma non si risparmia mai in sorrisi e battute di spirito. Maxim Bulgac, 32 anni, è Health & Safety Manager nel centro di distribuzione di Amazon di Vercelli. “Mi occupo di garantire la salute e la sicurezza dei colleghi sul luogo lavoro, predisponendo le strategie necessarie per minimizzare i rischi e assicurandomi che tutti seguano i protocolli,” spiega. Da qualche tempo, però, Maxim ha alzato l’asticella del suo impegno: “Nel mio team siamo particolarmente sensibili alle tematiche ambientali: insieme, abbiamo trovato un modo per ridurre la quantità di rifiuti indifferenziati e rigenerare le scarpe antinfortunistica dei lavoratori, che fanno parte dell’equipaggiamento protettivo che indossiamo ogni giorno.”
Operazione sostenibilità
Un’iniziativa, quella di Maxim, che si colloca all’interno di un impegno più ampio e articolato di Amazon sul fronte della sostenibilità. Nel 2019 l’azienda è stata tra i fondatori del Climate Pledge , un accordo tra i grandi protagonisti dell’economia mondiale per conseguire con 10 anni di anticipo gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi, raggiungendo zero emissioni di CO2 nel proprio business entro il 2040. Per raggiungere lo scopo, Amazon ha adottato una serie di strategie mirate volte alla riduzione delle emissioni di CO2 come, ad esempio, combinare ordini multipli nello stesso pacco e produrre imballaggi sempre più sostenibili e riciclabili al 100%.
Alcune iniziative si rivolgono ai clienti, come Amazon Second Chance, che fornisce informazioni su come permutare, riparare o riciclare dispositivi Amazon, o su dove acquistare device rigenerati. Sul sito di Amazon.it sono inoltre state aggiunte delle “etichette” che aiutano i clienti ad individuare prodotti sostenibili, quali "Climate Pledge Friendly", che contraddistingue i beni prodotti in linea con gli obiettivi del Climate Pledge e la certificazione “Compact By Design”, che individua gli articoli il cui design efficiente permette di ridurre la quantità di imballaggi delle spedizioni.
Dall’Europa dell’Est a Vercelli
L’allergia di Maxim agli sprechi comincia in Moldavia, il suo Paese d’origine. “La mia famiglia non era benestante, e in casa non si buttava via niente. Da bambino mi divertivo a costruire giochi con ciò che gli altri scartavano,” racconta. “Quando avevo 13 anni, la mia famiglia si è trasferita a Parma in cerca di opportunità. I miei genitori, laureati, si sono adattati a fare di tutto pur di dare a me e mio fratello un futuro migliore.” Maxim non delude le aspettative, e si laurea con lode in Tecniche della Prevenzione nell'Ambiente e nei Luoghi di Lavoro.
Nel 2017 fa il suo ingresso in Amazon: “Ho contribuito a lanciare il centro di distribuzione di Vercelli,” sorride. “Ne conosco ogni angolo.” Ogni angolo e ogni sfumatura: “Per garantire la sicurezza dei dipendenti si indossano scarpe antinfortunistiche, imbragature, gilet ad alta visibilità e guanti. Materiale che regolarmente si accumulava dopo un periodo di utilizzo, e che sarebbe stato smaltito finendo nella raccolta indifferenziata, e di lì al macero. Un pensiero intollerabile, per me. Ho pensato che dovesse esserci un sistema per recuperare questi materiali. O forse avremmo dovuto inventarlo,” racconta.
Lavoro di squadra
La missione di Maxim è riuscire a trovare quella soluzione. Sono settimane e mesi di studio costante. “Mi sono concentrato sulle calzature antinfortunistiche. Il primo pensiero è stato di cercare aziende che potessero disinfettare e rimettere in circolo quelle ancora utilizzabili.” Un processo molto costoso, e non privo di potenziali problemi. Maxim è demoralizzato, ma tutto il suo team si fa coinvolgere, si fanno proposte e controproposte. “Finché un giorno un collega, Simone Cervelli, si imbatte in una ditta del milanese che aveva sviluppato un processo per rigenerare vecchie sneakers.”
Chiara Rocca, anche lei membro del team di Maxim, si mette in contatto con l’amministratore delegato dell’azienda per saperne di più. “Le nostre scarpe da lavoro non sono esattamente come scarpe da ginnastica,” spiega Maxim. “La sfida era adattare il processo esistente alle nostre necessità specifiche. Chiara ha inviato alla ditta alcuni campioni di scarpe antinfortunistica: sfida raccolta,” sorride.
Il processo di rigenerazione prevede che, dopo la sanificazione, le calzature siano triturate fino ad ottenere granuli di gomma e plastica, e poi setacciate tramite centrifughe per separare i diversi materiali. Questi granuli diventeranno poi mattonelle per la pavimentazione di spazi sportivi, piste da corsa, palestre e aree gioco per i bimbi.
Maxim organizza poi il PPE Recycling Day, una giornata del riciclo mensile in cui un gruppo di “ambasciatori” aziendali per la sostenibilità si occupa di raccogliere e smistare l’equipaggiamento di sicurezza per poter indirizzare le scarpe al riciclo. Disegna poster, materiali informativi e un kit per diffondere l’esperienza negli altri siti Amazon. “Il primo giorno ero agitatissimo,” ricorda. “Microfono in mano, ho intrattenuto io stesso i colleghi, spiegando il nuovo processo e raccontando la seconda vita che quelle scarpe avrebbero ottenuto.”
Il processo, partito a Vercelli, è stato ora adottato in tutti gli altri centri logistici di Amazon in Italia. La prossima sfida di Maxim? “Stiamo pensando a un sistema per trasformare altri rifiuti, che attualmente non sono riciclabili, in nuovi materiali sicuri per scivoli e giocattoli.” Il piccolo Maxim, che già tanti anni fa sapeva trasformare i materiali di scarto in giochi nuovi, sarebbe orgoglioso.