Le multinazionali a controllo estero rappresentano solo lo 0,4% delle imprese in Italia, eppure rivestono un ruolo trainante per l'intero sistema produttivo. È quanto emerge dalle prime evidenze della nona edizione del Global Attractiveness Index (GAI) 2024, una piattaforma di analisi sviluppata da The European House Ambrosetti nel 2016 per misurare l'attrattività dei Paesi, fornendo indicazioni a supporto delle strategie pro-business. Nel 2024, il focus è sul ruolo delle multinazionali estere per la competitività nazionale e la struttura delle filiere globali. Il Rapporto finale con la classifica GAI e analisi sull'Italia sarà presentato a settembre 2024 durante la 50esima edizione del Forum “Lo Scenario di oggi e di domani per le strategie competitive” ospitato a Villa d’Este (Cernobbio).
Nonostante la loro presenza limitata, le multinazionali estere in Italia generano il 20,3% del fatturato nazionale e contribuiscono per il 22,8% alle spese complessive in ricerca e sviluppo. Inoltre, tra il 2017 e il 2021 hanno registrato una crescita annua del 5,1% dei dipendenti, a fronte dello 0,4% delle imprese italiane. Nell’ultimo triennio, i salari delle multinazionali sono cresciuti del 2,4%, delle imprese italiane dello 0,4%: se tutti pagassero quanto le imprese estere, in Italia ci sarebbero 80 miliardi di PIL aggiuntivi.
Ma il loro impatto va oltre i numeri: le multinazionali agiscono come veri e propri capifiliera, attivando una rete di imprese a monte e a valle e generando un miglioramento sistemico delle filiere nazionali. Grazie a questo effetto leva, se la quota di valore aggiunto generato dalle multinazionali estere in Italia si allineasse alla media europea si potrebbe generare un aumento del 16% del PIL nazionale.
“Le nostre analisi evidenziano, ancora una volta, la centralità delle multinazionali per il nostro sistema produttivo e ricordano perché sia fondamentale occuparsi di attrattività. Attrarre imprese e investimenti esteri, e mantenere quelli già presenti sul territorio, è una leva imprescindibile per la crescita, la ricerca e la buona occupazione.”
In questo scenario, Amazon sta svolgendo un ruolo chiave nell'abilitare la crescita, l'innovazione e l'internazionalizzazione delle imprese italiane.
Dall'apertura delle sue attività in Italia nel 2010, Amazon ha investito €16,9 miliardi in Italia, di cui €4,3 miliardi solo nel 2022. La forza lavoro di Amazon in Italia è cresciuta fino a raggiungere oggi i 18.000 dipendenti a tempo indeterminato. A partire dal 1° ottobre 2023, Amazon ha aumentato a 1.764 euro la retribuzione lorda iniziale dei dipendenti della rete logistica in Italia. Si tratta di un incremento del 21% rispetto al 2019 e dell'8% rispetto alla retribuzione di ingresso prevista per il quinto livello del CCNL Logistica, Trasporto Merci e Spedizione. Nel 2022, Amazon ha pagato in media 49,6 milioni di euro al mese in retribuzioni ai dipendenti italiani.
Secondo un recente studio di Keystone Strategy, grazie agli effetti indiretti degli investimenti di Amazon nel 2022 sono stati creati più di 40.000 nuovi posti di lavoro in Italia, ad esempio nel settore delle costruzioni, della logistica e dei servizi. Il totale dei posti di lavoro indiretti raggiunge la cifra record di 100.000 includendo i 60.000 posti di lavoro creati dalle 21.000 piccole e medie imprese italiane che utilizzano i servizi di Amazon per far crescere il proprio business ed esportare i prodotti italiani nel mondo. Ma l'impatto di Amazon va oltre gli investimenti diretti. Secondo studi di Nomisma, a 5 anni dall'arrivo di un centro di distribuzione Amazon, le aziende della zona hanno aumentato fatturato (+16%), profitti (+26%) e occupazione (+16%) in misura maggiore rispetto a quelle più distanti. Amazon si configura quindi come un vero e proprio "nuovo capofiliera" che attiva e sostiene l'intero ecosistema produttivo.
Particolarmente rilevante è il supporto di Amazon alle esportazioni delle PMI italiane, fornendo loro un network di vendita globale. Il 61% degli articoli venduti su Amazon proviene da partner di vendita terzi e l'azienda si è impegnata a supportare le aziende e le PMI italiane per raggiungere €4 miliardi di vendite all'estero entro il 2025.
In conclusione, i dati confermano il contributo trasformativo dell'e-commerce e di Amazon nell'abilitare la crescita, l'innovazione e l'internazionalizzazione del sistema produttivo italiano. Questo effetto leva è reso possibile grazie agli ingenti investimenti di Amazon in tecnologie all'avanguardia, innovazione e sviluppo delle competenze delle persone, fattori chiave per la competitività e la crescita sostenibile delle filiere produttive italiane nel contesto globale.