Federico Mancin, 35 anni e la faccia di uno che ti cede il posto in metropolitana, ha una grande passione: la corsa. “È più di una passione,” spiega. “La corsa è stata la mia medicina.” Due anni fa, Federico non era il ragazzo atletico con gli occhi che ridono che è oggi: pesava 123 chili e si trovava nel bel mezzo di una crisi esistenziale. Di notte non riusciva a dormire, pensava di soffrire delle peggiori malattie. Ansia, insonnia ed ipocondria l’hanno tormentato per mesi. Oggi è felice: grazie alla corsa, ha superato la crisi, perso 35 chili ed è diventato uno scrittore da primo posto in classifica. La storia della sua rinascita è diventata un libro, pubblicato con Kindle Direct Publishing, il servizio di pubblicazione indipendente di Amazon.
Un vicolo cieco
“Tutto è cominciato nel marzo 2018,” racconta. “Sulla carta avevo tutto: un ottimo lavoro in un’agenzia di comunicazione di Milano, una moglie e una figlia splendide, la casa dei nostri sogni acquistata da poco.” Federico, però, è inquieto. Un po’ lo è sempre stato, a dirla tutta gli sono già capitati periodi così in passato. Periodi in cui l’umore va più giù del dovuto, in cui ogni azione, anche la più banale, costa fatica, i pensieri negativi si attorcigliano e l’ago della bilancia sale.
“Sono da sempre un ansioso,” confessa, “una condizione che si riflette sul mio peso corporeo con vari saliscendi: magro, grasso, magro, grasso. Dopo i 30 anni mi ero rassegnato a una vita oversize. Negli anni ho anche seguito una psicoterapia. Magari c’è stato qualche momento più tosto, ma poi tutto rientrava.”
Nel marzo 2018, però, la crisi non passa, neanche con gli psicofarmaci. “Tocco il fondo una notte, mi sveglio con il cuore che batte all’impazzata: pam, pam, pam. Pensavo di morire, mi sono buttato sul divano, non sapevo cosa fare. Nei giorni successivi non sono riuscito ad andare a lavorare e mi odiavo per questo, mi sentivo ancora più inutile. Ero chiuso in casa mentre fuori il mondo andava avanti.” Federico passa i mesi successivi su quel divano. “Ero divorato da sensi di colpa per mia moglie Federica e mia figlia Matilde, da ipocondriaco mi ero convinto di avere la sclerosi multipla. Ho fatto anche gli esami del caso, dolorosissimi. Non avevo nulla: era tutto nella mia testa.”
La corsa, una medicina contro il male di vivere
Qualche mese dopo, un amico invita Federico a fare due passi nel bosco, vicino a casa, a Corbetta, hinterland milanese. “Non era la prima volta che accadeva, tutti mi suggerivano di fare sport. E mi dava anche un gran fastidio. Quel giorno però il mio amico Stefano è stato perentorio: ‘Passo a prenderti alle 19, dopo il lavoro. Punto.’ Mi sono infilato un paio di scarpe qualsiasi, non avevo scarpe sportive, e sono andato. Era da dieci anni che non praticavo alcuna attività fisica. Alla fine ero stanchissimo, ma una stanchezza diversa, fisica, e quella notte sono riuscito finalmente a dormire.”
La passeggiata diventa un appuntamento fisso. “Ho cominciato con cinque chilometri, piano, piano, con il fiatone, che poi sono diventati cinque chilometri a passo svelto. Mi stancavo e dormivo e stavo meglio.” Aumentano andatura e autostima, mentre l’ago della bilancia scende: “La gente mi faceva un sacco di complimenti. In realtà, la perdita di peso è stata accessoria: il movimento mi faceva stare bene di testa.”
Quattro mesi dopo quella notte di marzo, arriva la prima corsa vera e propria. “Ero in vacanza al mare ad Orbetello con la mia famiglia, e in riva al mare ho cominciato a corricchiare: una sensazione di libertà e potenza pazzesche.” Federico alza subito l’asticella: “Mi iscrivo alla Deejay Ten di ottobre, una gara di corsa nel cuore di Milano. Porto a casa i dieci chilometri in 73 minuti. Mi sono sentito Pietro Mennea, Federica e Matilde ad aspettarmi raggianti al traguardo. In quel momento ho capito che la corsa mi aveva salvato, insegnandomi a superare i miei limiti giorno dopo giorno.”
Da runner a scrittore in un click
La corsa diventa parte integrante della vita di Federico: tre allenamenti a settimana, preferibilmente all’alba. “Durante una di queste levatacce ho avuto una folgorazione: ma guarda – proprio io, pigro, ex-obeso, sono qui alle 6 del mattino al freddo a correre. Roba da scriverci un libro.” Detto, fatto. Inizialmente, Federico immagina il libro come regalo di Natale per le persone care che lo avevano supportato nel periodo buio. Scrive la storia e ne stampa dieci copie: “In modo casalingo, nella copisteria sotto casa.” Chi lo legge lo incoraggia a pubblicare: la sua è un’esperienza che può aiutare altre persone. Ma farsi notare da un editore tradizionale è difficile.
“Da cliente Amazon ho scoperto Kindle Direct Publishing . È stato tutto molto semplice: mia moglie, che è la mia prima editor, mi ha fatto una foto per la cover, mentre alla grafica ho pensato io. Ci sono voluti cinque minuti per caricare online il file di Corri che ti passa: se devi ripartire, fallo correndo.” Federico decide di donare i ricavati delle vendite del libro all’AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla. “Un atto dovuto, vista la mia fase da malato immaginario.”
Alla ricerca di una nuova sfida
Il libro scala le classifiche del Kindle Store, raggiungendo anche la prima posizione nella categoria ‘Corsa e Maratona’. “Mi hanno contattato quotidiani, riviste e tv. Ho ricevuto migliaia di mail di persone che si sono identificate nella mia storia e mi hanno ringraziato. Alcune, dopo aver letto il libro, si sono messe a correre e hanno trovato sollievo dai propri problemi.”
All’edizione digitale per Kindle ne segue una cartacea e si prepara una riedizione del libro con una casa editrice tradizionale. Non pago, Federico ha aperto un account social, Runner Extra- Large, diventando una sorta di influencer nel settore. Prossima sfida? “Il sogno di tutti i runner: la maratona. E poi, un nuovo libro.” Chi ti ferma più, Federico?