Federico Maria Rivalta, 59 anni, ha uno sguardo prensile, che fa pendant con un sorriso guascone. E le ragioni per sorridere, da quando questo veterano della finanza è diventato autore di polizieschi best-seller, non mancano. Un po’ come al protagonista dei suoi gialli, Riccardo Ranieri, giornalista maldestro de Il Mattino di Padova che si improvvisa detective e risolve casi di cronaca in Veneto, tra una gaffe e una battuta di spirito. “È lui che mi ha copiato,” scherza Rivalta. Oltre al senso dell’ironia, in comune con il protagonista dei suoi romanzi Federico ha la passione per i sigari e il golf. “Sono un fan della fiction poliziesca, ma ero stanco dei soliti protagonisti senza macchia né paura. Così mi sono inventato l’antieroe Riccardo Ranieri.”
Una vocazione tardiva
Mai intuizione fu più felice: pubblicato nel 2012 su Kindle Direct Publishing (KDP), il servizio di Amazon che permette a chiunque di pubblicare un inedito, il suo Un ristretto in tazza grande ha un successo straordinario. Un risultato eccezionale che ha permesso a Rivalta di essere notato da Amazon Publishing, la casa editrice tradizionale targata Amazon, che ne ha fatto uno dei suoi autori di punta, con sette libri all’attivo (l’ottavo in uscita a maggio), oltre 100 mila copie vendute e la traduzione in inglese e tedesco grazie al servizio AmazonCrossing per la narrativa tradotta. Per un ex bancario, una vera rivoluzione.
“Ho scoperto la scrittura tardi,” racconta. “Nato e cresciuto a Milano, ho sempre lavorato nella finanza. Non era però un percorso sentito: ho fatto il liceo scientifico come i miei amici, poi ho studiato Economia e Commercio perché era ciò che la famiglia si aspettava da me dopo il diploma. Così mi sono ritrovato a fare un lavoro molto remunerativo, di successo, ma... che non mi apparteneva. L’inquietudine cresceva, ma come potevo lamentarmi?” In questo percorso già tracciato, 13 anni fa arriva la prima sterzata. “Accetto un trasferimento a Padova: io, che avevo sempre abitato in centro a Milano, sarei andato a vivere in un casolare, sui Colli Euganei.”
Grazie, insonnia!
Anche nel nuovo ambiente, però, le giornate di Federico trascorrono tra numeri e previsioni di mercato. “A causa dell’ansia ho iniziato a soffrire di insonnia. Avevo 50 anni e mi chiedevo: è questa la vita che voglio? Di fatto avevo cambiato il ‘dove’, ma non il ‘cosa’, e il mio corpo mi stava comunicando la mia infelicità. Durante queste veglie forzate, leggevo romanzi. Ne ho letti tantissimi.” Poi, un giorno, l’illuminazione: “E se scrivessi io un giallo con un protagonista atipico?”
Federico abbozza un centinaio di pagine e le mostra alla fidanzata: “Rideva a ogni riga,” ricorda. “Mi ha spinto a continuare.” Due anni dopo, il libro è concluso. “Avevo due strade: portarlo da un piccolo editore, che magari lo avrebbe pubblicato con fatica, o da un grande editore, che forse non mi avrebbe considerato per nulla. Ho scelto la terza opzione: mi sono pubblicato da solo, tramite Kindle Direct Publishing.” È un successo immediato: il pubblico apprezza, Rivalta vende. “A quel punto Amazon Publishing mi ha proposto di entrare nella loro scuderia di autori.” Ciò che era nato un po’ come un gioco ha aperto uno spiraglio concreto.
Federico si chiede se la scrittura possa essere la propria strada. “Ci ho pensato su per un po’. Avevo dei risparmi da parte, avrei potuto provare a lasciare il lavoro. Alla fine ho deciso di buttarmi. Alcuni amici mi hanno incoraggiato, altri mi hanno dato del pazzo, mia madre è quasi svenuta, ma io ero deciso a provare. Anzi, sono stato preso da una frenesia totale: scrivevo al bar, sull’autobus, in treno.” Quando esce il secondo romanzo, aumentano i lettori e la fiducia. È una conferma.
Potere all’immaginazione
“Conduco la vita che sognavo: abito in un casolare con il mio pastore tedesco, come Ranieri. Gioco a golf. La mattina mi alzo con calma, esco, e nel pomeriggio scrivo.” L’immaginazione di Rivalta è alimentata dalla realtà circostante: “Prendo ispirazione da ciò che vedo. Le imprese tragicomiche degli amici, il vicino curioso, il tabaccaio scontroso... tutto mi parla,” spiega. “Anche se, dopo tanti anni, allergico come sono alla routine, sto meditando un nuovo colpo di scena: un trasferimento a Siracusa.” E Riccardo Ranieri, ovviamente, lo seguirà.
Nel frattempo, i diritti per la versione cartacea di Un ristretto in tazza grande sono stati acquistati da una nota casa editrice tradizionale italiana, spalancando al romanzo le porte delle librerie fisiche. Federico ha di che essere orgoglioso: “Devo molto ad Amazon: senza la possibilità di autopubblicarmi, sarei rimasto incatenato a una vita che non sentivo mia. Ora mia madre ha smesso di preoccuparsi per il lavoro che ho lasciato e si fa bella dei complimenti delle amiche, mie lettrici. E per me, a 59 anni, è giunto il momento di cambiare la voce ‘professione’ sulla carta d’identità: da dirigente a scrittore. Suona bene, no?” Suona benissimo.