“Chi l’avrebbe detto che un giorno avrei lavorato con i robot? Li vedevo da piccolo nei cartoni animati, Mazinga, Goldrake, non me ne perdevo uno. E adesso…” E adesso Massimo Virgili, 33 anni, è Team Lead del centro di distribuzione Amazon di Passo Corese, in provincia di Rieti. A 40 chilometri da Roma, quello di Passo Corese è il primo centro in Italia a essere dotato della tecnologia Amazon Robotics. “Sono una sorta di capo magazzino, con la mia squadra diamo supporto e coordiniamo i colleghi che lavorano sul piano robotico.”
145 chili di aiuto
I robot in azione nel centro di distribuzione (dall’ampiezza di 65 mila metri quadrati, praticamente 12 campi da calcio) sono dipinti di un bell’arancione brillante, pesano la bellezza di 145 chili e ne possono sollevare fino a 340, spostandosi a una velocità media di 5,5 chilometri orari – il ritmo di una corsetta al parco. “La loro missione? Portare gli scaffali con la merce ai dipendenti in magazzino che procedono a stoccarla o, in una fase successiva, a prelevare gli ordini: così se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto,” dice Massimo. “Risultato: maggiore capacità di stoccaggio, velocizzazione delle tempistiche di elaborazione degli ordini e, soprattutto, ottimizzazione del processo lavorativo per gli operatori di magazzino.”
“La missione dei robot? Portare gli scaffali con la merce ai dipendenti in magazzino: così se Maometto non va alla montagna, è la montagna che va da Maometto. Risultato: maggiore capacità di stoccaggio, velocizzazione delle tempistiche di elaborazione degli ordini e, soprattutto, ottimizzazione del processo lavorativo per gli operatori di magazzino.”
Laurea in Economia in tasca, in Amazon dal luglio 2017, Massimo supporta un team di un’ottantina di persone su un totale di 1.000 dipendenti a tempo indeterminato. “Si lavora in un clima di grande energia, in cui tutti imparano da tutti, ogni giorno. Più che colleghi, siamo amici... finché la Roma non perde,” ride. Il lavoro dei dipendenti del centro di distribuzione di Passo Corese inizia al piano terra, nel reparto denominato ‘Inbound’. Qui i lavoratori ricevono tutti i prodotti che entrano in magazzino, e che i clienti trovano in vendita su Amazon.it. Dopo aver effettuato un controllo qualità, i dipendenti inseriscono i prodotti in ceste di plastica che, tramite un sistema di nastri trasportatori, arrivano al piano robotico, dove verranno sistemati negli scaffali dalla squadra di Massimo e da altri dipendenti addetti allo stoccaggio – con l’aiuto dei robot.
La danza dei robot
Ora tocca ai piccoli aiutanti arancioni: spostandosi all’interno di un perimetro delimitato per ragioni di sicurezza, i robot portano i grandi scaffali per lo stoccaggio agli operatori, che sono pronti a riempirli con i prodotti appena arrivati dal piano inferiore. Una volta stoccati i prodotti, i robot riportano gli scaffali alla posizione originale: avanti, indietro, sembra una coreografia. “Questo è il mio regno”, spiega Maria Stella Carnà, 36 anni, Amnesty Responder. “Il mio compito è quello di intervenire quando la strada dei robot è intralciata, di resettarli se necessario e di risolvere i problemi degli operatori alle postazioni.” Per motivi di sicurezza, gli Amnesty Responders e gli ingegneri responsabili della manutenzione sono gli unici autorizzati ad entrare nell’area in cui operano i robot.
Una bella sfida per un’appassionata di materie umanistiche: Maria Stella è infatti laureata in Lingue. “Ero una frana nelle materie scientifiche. L’assunzione in questo ruolo è stata una bella rivincita.” E un punto d’orgoglio: “Sono entrata in Amazon nell’agosto del 2017 e in meno di un anno sono stata promossa: è una realtà meritocratica, tutti abbiamo le stesse opportunità.” La ‘promozione’ più importante per Maria Stella però è quella arrivata dal figlio Evan, due anni e mezzo. “È venuto in visita al centro nella giornata dedicata alle famiglie dei dipendenti ed è impazzito di gioia. Ora all’asilo dice che la mamma lavora nella fabbrica di Babbo Natale e che lo aiuta a preparare i regali.”
Armonia tra uomo e tecnologia
“Anche la mia figlia più piccola, Serena, di 10 anni, ha un’idea molto divertente del mio lavoro,” si inserisce Salvatore Cirillo, 43 anni, papà anche di Martina e Sara. “Da grande Serena vuole fare la scienziata. Per lei il papà ‘lavora nel futuro’.” Salvatore è RME Technician: “In pratica programmo e gestisco i robottini, sono un po’ il loro baby sitter,” scherza. In Amazon dall’aprile 2016, Salvatore lavora da sempre nel campo dell’automazione. “Però è qui a Passo Corese che mi sono appassionato sul serio: siamo il sito Amazon con maggiore efficienza in Europa, ne vado fierissimo.” Dove efficienza sta per velocità e precisione, un binomio possibile lì dove l’automazione è al servizio dei dipendenti: un enorme aiuto per il lavoro quotidiano degli addetti di uno dei centri di distribuzione Amazon più all’avanguardia d’Europa.
Ma cosa succede quando un cliente effettua un ordine? “È il percorso inverso: i robot avvicinano gli scaffali colmi di merce all’operatore, che preleverà il prodotto prescelto. Questo viene messo nuovamente nelle ceste di plastica, che tramite i nastri trasportatori – ne abbiamo per 14 km! – giungono nel reparto detto di ‘Outbound’,” chiarisce Salvatore. “Qui ogni cesta arriva davanti alle postazioni di lavoro degli addetti all’impacchettamento che si occupano di costruire la scatola Amazon per ciascun prodotto da spedire. Ultimo step, il passaggio della scatola sotto il macchinario che appone la targhetta di destinazione con l’indirizzo e il nome del destinatario.” Un iter articolato e ben collaudato, che può essere compiuto in anche meno di un’ora: un traguardo di cui gli operatori vanno orgogliosi. Salvatore sorride: “Sapere che quest’efficienza è anche il risultato del lavoro mio e dei miei colleghi non può che farmi contento.”