Le occasioni per confrontarsi sulla necessità di creare ambienti di lavoro sempre più accessibili non sono mai abbastanza. La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità rappresenta quindi una preziosa opportunità di condivisone sul ruolo proattivo che le aziende possono rivestire per contribuire alla diffusione di una cultura dell’inclusività.

Da sempre Amazon ritiene che sia responsabilità del datore di lavoro fornire a tutte e tutti gli strumenti commisurati alle diverse necessità, così che chiunque possa cogliere al massimo le possibilità offerte dall’azienda. La chiave è un’intensa attività di ascolto delle esigenze delle persone, con un approccio proattivo all’inclusività. Per questo motivo, negli anni Amazon ha cercato nuove soluzioni, modificato i propri processi e investito in formazione per rendere sempre più accessibili i propri ambienti di lavoro.

Le iniziative di accessibilità e inclusione

Il primo risultato è stato raggiunto nel 2021 con un progetto sviluppato in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi e rivolto all’inclusione lavorativa di persone Sorde nella rete logistica Amazon. Dopo il pilota nel centro di distribuzione di Castelguglielmo-San Bellino (Rovigo), l’iniziativa è stata estesa ad altri siti della rete italiana, e da poche settimane anche al network dei depositi di smistamento, con una prima assunzione. Oggi sono oltre 150 le persone Sorde assunte nei magazzini Amazon in Italia.

Un altro passo importante è stato rappresentato dall’attento lavoro di analisi, formazione e supporto dei professionisti, che ha consentito ad Amazon di assumere persone nello spettro autistico nei propri siti logistici. Il progetto, lanciato a inizio 2024 nel centro di distribuzione di San Salvo (Chieti) grazie alla collaborazione con l’Associazione Autismo Abruzzo, vede al momento il coinvolgimento di sei dipendenti, impiegati nei centri di distribuzione dell’azienda in Abruzzo, Emilia Romagna e Lazio. Nel video in evidenza, il racconto di Massimo, Danil e Matteo, che dallo scorso marzo lavorano nel centro di distribuzione di Castel San Giovanni (Piacenza).

Con l’obiettivo di rendere i propri ambienti di lavoro sempre più aperti ed accessibili, Amazon ha appena annunciato un nuovo progetto, rivolto alle persone con fibrosi cistica. L’iniziativa è stata avviata presso i centri di distribuzione Amazon in Lazio - a Colleferro, in provincia di Roma, e a Passo Corese, in provincia di Rieri - e ha rappresentato una nuova occasione per l’azienda di rivedere i propri processi nell’ottica di una sempre maggior inclusività. In questo percorso, è stata fondamentale la preziosa collaborazione della Lega Italiana Fibrosi Cistica, con cui l’azienda intrattiene un dialogo costante.

"Siamo orgogliosi di essere parte integrante di questo progetto. Per offrire alle persone con fibrosi cistica un luogo di lavoro sicuro e inclusivo, ci siamo affidati al prezioso aiuto degli esperti, con i quali abbiamo trovato le soluzioni migliori per adattare i nostri processi, metodi e postazioni di lavoro. Il nostro obiettivo primario è consentire a tutti i nostri dipendenti di lavorare in sicurezza. Ci impegniamo ogni giorno perché i nostri luoghi di lavoro possano diventare sempre più accessibili e inclusivi".
Lorenzo Barbo
Responsabile Amazon Italia Logistica

"È stato fatto un altro importante passo per rendere la fibrosi cistica meno ‘invisibile’ e ringraziamo Amazon per aver scelto di essere al nostro fianco". Queste le parole di Antonio Guarini, Presidente della Lega Italiana Fibrosi Cistica sull’importante collaborazione tra l’associazione e l’azienda. "La fibrosi cistica", prosegue, "è una malattia genetica che non danneggia in alcun modo le capacità intellettive e non si manifesta sull’aspetto fisico, né alla nascita né in seguito nel corso della vita, per questo viene definita la ‘malattia invisibile’. Le sembianze di questa patologia concorrono a creare ancor più difficoltà in termini di inclusione sociale. La malattia c’è, il paziente vive con una patologia grave, ma tutto ciò non si vede. Per questo è importante intervenire e permettere, con l’attuazione di tutte le regolamentazioni del caso, che ogni paziente FC possa accedere al mondo del lavoro senza sentirsi escluso". 

Un approccio integrato: persone, comunità e tecnologia

"In questo percorso", conclude Lorenzo Barbo, "possiamo fare affidamento su tre grandi alleati. Il primo sono tutte le associazioni, enti e realtà locali che ci supportano nel capire come modificare i nostri processi per rendere i nostri luoghi di lavoro sempre più accoglienti. Il secondo è l’ascolto costante delle persone, delle loro esigenze, in ottica di miglioramento continuo. Il terzo è la tecnologia, nostro elemento distintivo".

Infatti, la tecnologia in Amazon costituisce un prezioso supporto del lavoro dei dipendenti, consentendo di migliorare i processi quotidiani in termini di sicurezza e benessere, e diventando un asset strategico che consente di offrire nuove opportunità di lavoro anche a chi per molto tempo ha rischiato, e purtroppo ancora rischia, discriminazioni e barriere all’ingresso.