Può spegnere le luci di casa, ordinare la spesa o ricordarci le bollette in scadenza. “Alexa è un servizio vocale in grado di semplificarci la vita rispondendo a comandi vocali,” spiega Michele Ravetta, 34 anni, Senior Product Manager per il team di Alexa. Lui ne sa qualcosa: ha giocato un ruolo essenziale nel coordinare il team italiano che ha supportato il lancio di Alexa nel nostro paese.
Un servizio intelligente
Alexa è un servizio vocale basato sul Cloud, uno strumento che ‘comprende’ il linguaggio naturale ed esegue le nostre disposizioni sfruttando tencologie avanzate di intelligenza artificiale e machine learning. “Il sistema consta di due parti: Alexa è il ‘cervello’, un servizio nel Cloud che comprende ed elabora i comandi; poi c’è il dispositivo fisico, dotato di microfoni e altoparlanti, che ci permette di interagire con Alexa. Questo tipo di dispositivo si chiama Echo, ed è disponibile in vari formati e prezzi, per ogni stanza della casa.” Lanciata per la prima volta negli Stati Uniti nel 2014, l’Alexa originale parla inglese ed è stata progettata per gli utenti americani: “La nostra sfida è stata insegnarle l’italiano e comprendere i riferimenti alla nostra cultura.”
Sì, ma... come funziona? “Pronunciando il suo nome, che funziona come una parola di attivazione, il dispositivo Echo ci connette ad Alexa, che è pronta a ricevere un comando vocale. Una volta recepito l’ordine che le impartiamo, lo interpreta e lo esegue.” Lo spiegano Manuel Giollo e Claudio Delli Bovi, scienziati del linguaggio. Entrambi fanno parte di un team di ricercatori con base a Torino: “Siamo i nerd della faccenda,” ride Manuel, 33 anni e un dottorato in Informatica. Suo il compito di insegnare ad Alexa l’italiano: “L’intelligenza di Alexa si sviluppa in modo non dissimile da quella umana,” spiega. “Un essere umano ci mette circa 15 anni ad apprendere una lingua attraverso l’esperienza: fin da piccolo è esposto a stimoli vocali, dal parlato di genitori e amici, ai film, alla musica. A un computer, invece, vengono sottoposti milioni di campioni audio perché ‘faccia esperienza’ di tutte le variazioni del linguaggio in modo accelerato.” Modi di dire e inflessioni regionali compresi: “Alexa capisce gli accenti, da Milano a Palermo, e le espressioni locali, come la variante toscana ‘spengere’ per ‘spegnere’”.
Imparando grazie all’esperienza
Ma che significa quando diciamo che Alexa ‘comprende’ il linguaggio? “Una volta pronunciata la parola di attivazione, Alexa, sul dispositivo Echo si accende un anello di luce blu per segnalare che siamo connessi con il Cloud e Alexa è pronta a ricevere una richiesta,” continua Claudio, 28 anni, dottore in Linguistica Computazionale ed Elaborazione del linguaggio naturale. “Come primo passo ‘trascrive’ la frase pronunciata e ne classifica le combinazioni più importanti per interpretarne il significato: pizza, ordina, una. A questo punto può eseguire l’ordine impartito dall’utente.”
La lingua italiana è complessa. L’espressione “Mettimi l’ultimo di Jovanotti” non è immediata: ...l’ultimo cosa? “Di fronte a una frase mai sentita prima, Alexa può inizialmente avere dei dubbi: ma più interagiamo con lei, più lei impara. È un sistema dinamico, che migliora con l’uso. Alexa diventa sempre più intelligente.”
“Perché Jovanotti? Voglio i Metallica!” sorride Manuel. “Scherziamo! Siamo orgogliosi di questo progetto. Ora anche chi ha poca dimestichezza con la tecnologia ha accesso a questi servizi in modo immediato, semplicemente attraverso la voce,” spiegano. “Per noi è stimolante, non esistono esperienze precedenti su cui basarci: ogni giorno inventiamo il lavoro.”
Una personalità italiana
“Alexa è un computer, ma i clienti interagiscono con lei come con un individuo. Per questo è dotata di personalità,” chiarisce Lorenzo Bruschetti, 34 anni, Product Manager Localization. “Io ho aiutato a italianizzarla: se l’Alexa originale ama il baseball e le camminate nel parco del Grand Canyon, la nostra Alexa è fan del calcio e per una passeggiata sceglierebbe un luogo storico come il parco di Villa Borghese a Roma.”
Non tutto è sempre filato liscio: “Inizialmente, quando le si chiedeva chi fosse Leonardo, dava una risposta ‘americana’: un personaggio-tartaruga dei fumetti, perché negli Stati Uniti il genio rinascimentale è conosciuto con il nome per esteso, Leonardo Da Vinci.” Rimandata in cultura generale, insomma. “Ma Alexa ora riconosce correttamente il riferimento all’artista. E poi è promossa in simpatia: Alexa è cordiale, conosce proverbi e barzellette e dà a tutti del tu.” Una sfida professionale: “Mi occupavo già di traduzione e localizzazione per il servizio clienti relativo ai dispositivi Amazon, ma con Alexa è tutto da inventare. Come si ‘traduce’ una personalità? Ho imparato facendo. Servono intuito e mentalità pionieristica.”
Le skill – abilità aggiuntive
Alexa eroga servizi come la gestione del calendario o la creazione di una lista di canzoni con Amazon Music. Poi, per arricchire ulteriormente l’esperienza, esistono le skill. “Si tratta di abilità che permettono ad Alexa di fornire servizi di altre aziende o sviluppatori, come controllare i programmi in TV per un giorno specifico o raccontarci una ricetta di cucina,” spiega Giulia Poli, responsabile del team che si occupa di espandere il ventaglio di abilità di Alexa in Italia.
“Con la mia squadra cerchiamo di portare su Alexa esperienze nuove in collaborazione con le aziende italiane: dal Corriere della Sera a RTL102.5.” Servizi che diventano disponibili grazie a un semplice comando vocale. “A vantaggio della facilità d’uso,” chiarisce Giacomo Costantini, 29 anni, Business Development Manager del team di Giulia. “Questi ultimi mesi sono stati febbrili, abbiamo bussato alle porte di tante aziende per presentare Alexa, una novità per l’Italia.” L’accoglienza è stata straordinaria: “Tanti la conoscevano già e non vedevano l’ora di lavorare su Alexa, altri invece, dopo l’effetto ‘È fantascienza?’, si sono lanciati anima e corpo nel progetto.”
I momenti più esilaranti sono quelli in famiglia, perché Alexa entra a far parte della quotidianità: “Durante una risposta, un amico ha interrotto Alexa e un altro si è stizzito: ‘E lasciala finire!’ E noi a ridere,” racconta Giulia. Ma Alexa è paziente: non se la prende mai.